Corona Virus, intervista all’Assessora Nicoletta Verì: “In Abruzzo raggiunto livello 3, aumentano i posti di Terapia intensiva”

In un solo giorno, quello di ieri , i pazienti da Corona Virus in abruzzo sono aumentati del 30%. Erano 176 lunedì, sono diventati 229 martedì (17 marzo). La sensazione è che i numeri dell’infezione virale da Covid-19, stiano salendo anche in abruzzo come previsto verso quello che sarà il picco. La Regione e il suo territorio sono pronti, con le proprie strutture e il proprio personale, a reggere l’urto?  

Con Radio-19 la radio di comunità del Comitato 3e32 di L’Aquila (qui la diretta) , non potevamo che chiederne conto all’Assessora alla salute regionale Nicoletta Verì . 

Assessora quanti sono i posti letto totali in terapie intensive e quanti i preziosi strumenti come i ventilatori che abbiamo imparato a conoscere per contrastare i sintomi più gravi del Covid 19?

“C’è stato un aumento notevole soprattutto nell’azienda Asl di Pescara dove c’è il maggior numero di ricoverati. I casi sono arrivati a 229, 53 in più nel giro di una giornata.  Questi sono i giorni in cui avremo il numero maggiore”.

“Abbiamo raggiunto  un “livello 3” su 4,  che significa che  il Comitato regionale di emergenza (CREA), riunendosi, ha stabilito quali sono i livelli d’intervento a seconda del numero di pazienti di Covid-19. Il livello “3” su “4” vuol dire che in alcune strutture, prima Pescara, poi Chieti, poi Teramo e in ultimo a L’Aquila, si prende l’utilizzo di tutte le attività operative per quanto riguarda le chirurgie e la pneumologia, ossia si liberano dei posti per allestirli come “terapie intensive”. C’è una progressione di numeri di terapie intensive attraverso questi livelli, il terzo prevede ci siano più posti rispetti al secondo.

“Oggi i numeri di terapie intensive sono di circa 20 posti. Riusciamo a coprire ulteriori posti ogni volta che ce n’è il bisogno, arriveremo adesso a + 58 posti letto grazie a questa riorganizzazione che è in atto su tutta al struttura ospedaliera (più tardi, dopo la riunione serale col presidente della Regione, l’assessora dichiarerà ad altre testate il numero di 100-120 posti letto ndr).

La Regione ha già pronto un piano di acquisizione dei locali e delle aparecchiature delle imprese private della sanità, come previsto dal decreto e di quali strutture private si parla in abruzzo?

“Circa dieci giorni fa sono state convocate tutte le strutture private accreditate che in base alla loro potenzialità hanno dato la possibilità di ricevere pazienti”. 

“Questa loro richiesta  è stata inoltrata al CREA che disloca i pazienti a seconda delle esigenze. Ogni giorno le unità di crisi si riuniscono presso tutte le aziende sanitarie e in base alla fotografia giornaliera riescono a programmare. E’ grazie a questa attività che a L’Aquila nel reparto G8 ospitiamo un paziente proveniente dalla Lombardia.”

“Quindi abbiamo già a disposizione posti letto e dispositivi da parte delle strutture private e stiamo trasferendo lì i pazienti cronici a non alta complessità. In Abruzzo possiamo contare su una rete di hub e Spoke  in cui i pazienti non COVID che hanno ulteriori patologie, possono essere allocati in queste strutture Spoke dove ugualmente ci sono sia le sale chirurgiche che le unità di rianimazione Per quanto riguarda le apparecchiature i nostri dipartimenti di prevenzione ed emergenza richiedono al Ministero tramite la protezione civile i materiali necessari come i ventilatori polmonari”.

E un piano di trasferimento del personale medico? Quanti medici la Regione crede dovranno essere dirottati dal privato al pubblico con i 100mln messi a disposizioni dal Governo?

“Noi abbiamo assunto in ragione una richiesta  extra di 60 medici e lo stesso numero per professioni sanitarie, prevalentemente infermieri, facendo scorrere graduatorie e tramite bandi. Anche gli specializzandi vengono assunti a tempo determinato con retribuzione. Sei medici in pensione per anzianità hanno già dato la loro disponiblità per il rientro. Man mano prenderemo anche risorse dal privato. 

Come siamo messi in abruzzo con le mascherine per medici e personale sanitario, quando arriveranno? Oggi (ieri ndr) era previsto l’arrivo di 2milioni di mascherine distribuite per l’Italia  dalla protezione Civile, è avvenuto in abruzzo? 

“E’ la Protezione civile che le distribuisce sul nostro territorio e le nostre aziende a seconda deli bisogni del territorio . La differenziazione avviene per quanto riguarda i pazienti che si hanno e il numero di presidi ospedalieri. Questa è la settimana più critica a livello di contagi e lo è per tutti anche per il personale sanitario. Voglio anche dire che mai come questo momento non bisogna pensare alle Asl di Pescara o di Teramo ma dobbiamo vederci uniti  per fare rete perché anche il personale di un’azienda può andare in un altra e dobbiamo vederci in una rete dinamica .

Anche l’OMS ha chiesto al’Italia di fare più tamponi.La Regione Veneto ha deciso di farne di più ad esempio. Ieri in abruzzo è stato abilitato anche l’Istituto zooprofilattico di Teramo per l’analisi e l’elaborazione dei risultati. Quanti tamponi riesce a fare l’Abruzzo, quanti ne vorrebbe arrivare a fare e lei cosa pensa, è giusto farne più possibili?

Abbiamo chiesto la Ministero di darci l autorizzazione dello Zooprofilattico che è risultato idoneo. Questo perché abbiamo bisogno di più tamponi e abbiamo deciso di dividerci per aree, quella di L’Aquila-Teramo e Pescara-Chieti. Abbiamo superato i 250 tamponi in totale e stiamo rispondendo bene sul territorio pescarese dove ci sono più casi. Il tampone va fatto nelle zone dove ci sono maggiore contagi e ipotesi di contatto con persone portatori positivi. Fare il tampone in tutta la regione non ci sono le condizioni oggettive epidemiologiche.

Com è attualmente la situazione in Val di Fina (Teramo)?

Le ultime cifre che hanno fatto aumentare il numero complessivo provengono da infezioni di quella zona, lì dobbiamo isolare.

Assessora visto anche i tanti isolamenti casalinghi e gli ammalati senza tampone o con sintomatologie in attesa dello stesso, si sta pensando a forme di potenziamento per aumentare il servizio di prossimità sul territorio?

Sì questo sta avvenendo e faccio i complimenti anche COC che i comuni hanno attivato e li ringrazio. Funzionano, se chiami ci sono, c’è assienteza sociale e stanno dando le risposte giuste al territorio.

Alla luce dell’attuale emergenza sanitaria rifarebbe le stesse scelte che hanno caratterizzato gli ultimi piani sanitari che vedono le funzioni della sanità accentrarsi in grossi Hub (DEA), piuttosto che tenere aperti e vivi  presidi ambulatori territoriali  che sono stati depotenziati un po’ ovunque.

Ho presentato in tempi non sospetti una rete ospedaliera che prevedeva  il rapporto tra l’ospedale e il territorio , non volendo definire i DEA, ma gli ospedali con alta capacità assistenziali collegati da una rete di HUB e SPOK, quello di cui oggi abbiamo bisogno oggi. Purtroppo questo è stato il mio indirizzo e quello di tutta la Regione, ma poi i tavoli ministeriali devono rispettare questi indirizzi. Mi auguro che questa esperienza rafforzi l idea che i nostri presici ospedalieri devano essere messi in una rete. 

 

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