L’Aquila “Capitale del turismo”: quando la turistificazione arriva in Provincia dopo il terremoto

Il turismo è sicuramente un asset importante per la nostra città e tutti noi abbiamo amici e conoscenti che sono impegnati in questo settore a cui auguriamo di poter fare bene con le loro idee e le loro attività. E’ anche grazie a loro se questa città ha qualcosa in più di offrire, ci auguriamo che il loro lavoro mantenga sempre quella qualità necessaria per il settore. 

Ho paura però che il turismo sia l’unica idea sbandierata ai quattro venti di chi amministra la città per il Centro storico, come si vede da alcuni titoli e articoli della stampa locale, come quello in copertina che parla di “L’Aquila capitale del turismo”, e che accompagnano quella narrazione trionfalistica in corso di cui in tanti parlano. 

Sembra inoltre che l’idea di turismo che l’Amministrazione ha, sia un’idea non al passo con i tempi cioè non tiene conto delle dinamiche più generali e le contraddizioni che un’idea unica di questo turismo innesca sul tessuto sociale cittadino.

Perché turismo sì, ma turistificazione e gentrificazione no (chi ha paura di questa parola ne usi un’altra a piacimento).

Perché cosa può accadere se non si pensa a regolare il turismo indirizzandolo su un binario funzionale al tessuto socio economico cittadino? 

Cosa potrebbe accadere quando un’amministrazione sembra pensarlo come unico vettore socio economico in una cornice  di puro mercato libero sbandierandolo come la soluzione ultima del centro storico?

DAL PUNTO DI VISTA DEL SETTORE TURISTICO 

Io turista verrei ben volentieri all’Aquila per fare l’esperienza di visitare una città viva, dove vivono gli aquilani e le aquilane con le loro abitudini, i loro spazi e la loro cultura, le proprie specificità insomma, che per il periodo della mia visita potrò conoscere e far mie. Arrivare a Disneland, cioè un luogo artefatto per i turisti, uguale a tanti altri, a me non interesserebbe.

Quindi è interesse del settore turistico stesso pensare a quale sia la propria offerta migliore e che questa possa durare nel tempo.

E’ interesse del settore turismo che il Centro storico sia vivo, pieno di residenti e piccoli operatori commerciali, che ci sia un offerta variegata anche a livello di prezzi e diverse situazioni.

Bisogna altresì essere consci che il turismo può occupare una percentuale molto relativa di persone, la media nazionale è intorno al 7% degli occupati con molti contratti stagionali. Dunque  non si può pensare solamente al turismo dal punto vista del lavoro.

AIR BnB, TUTTI CI PROVANO MA I GUADAGNI VANNO A SAN FRANCISCO (USA), DA NON CONFONDERE CON SAN FRANCESCO (AQ) 

Turistificare inoltre significa far proliferare da parte dei proprietari gli affitti di air bnb, cioè come case vacanza – che nel grafico de Il centro restano significativamente a zero che equivale a dire che non sono tracciate – invece che continuare a fare i contratti annuali o pluriennali per famiglie e studenti come si era sempre fatto. 

Sempre più aquilani e aquilane  che hanno proprietà nel centro storico o in zone limitrofe sono invogliati da smettere di affittare con i normali contratti di affitto e iniziare a fare gli affitta camere per Air Bnb, la più grande catena di alberghi del mondo con sede a San Francisco che non ha mai  costruito mezzo mattone perché usa casa nostra per estrarre valore.

Io vi do un consiglio: almeno che non volete che questa diventi la vostra attività principale, non fatelo. 

Non fatevi sedurre dal canto delle sirene che arriva solo adesso in Provincia, perché questa non è un attività da fare a tempo perso anche perchè Air BnB è severissimo col suo rating. 

Per chi non capisse, vuol dire che se non dai feedback veloci alle richieste vieni spostato in basso nelle pagine di ricerca interna, vieni recensito male anche dagli utenti e allora addio a ogni guadagno.

Non vi dimenticate che sarete a farvi la concorrenza privato contro privato, tutti contro tutti. Tutti a cercar di far fruttare di più la propria (magari) piccola rendita sotto il comando severo del datore di lavoro l’algoritmo, che da San Francisco (USA) trattiene una percentuale non insignificante per ogni transazione. Loro con casa tua di certo si arricchiscono, tu solo se riesci a emergere nella giungla del mercato offerto dal capitalismo delle piattaforme. 

DAL PUNTO DI VISTA DELLA CITTA’

Se non si regola niente e si aderisce acriticamente al modello globale, avremo un Centro costosissimo, con pochi residenti e senza più un’anima, un’autenticità.

Sedotto da un turismo di tipo solamente consumistico che una volta utilizzata la città la abbandonerà per passare a una nuova “scoperta” in qualche altra regione divenuta più cool.

Dobbiamo invece lavorare con un turismo sostenibile e con una prospettiva di medio lungo termine che metta al primo posto la residenzialità nel centro storico come nelle frazioni e i piccoli comuni dell’area interna aquilana.

Il terremoto ha creato una cesura temporale importante promuovendo allo stesso tempo una ristrutturazione con fondi pubblici che ha innalzato apparentemente il valore degli edifici. Questo può portare e forse sta portando ad un’accelerazione importante di trasfigurazione del territorio, in particolare del Centro storico, che in altre città ha richiesto più tempo.

Ripartire a livello socio economico deve essere un qualcosa fatto a partire da un’analisi. E’ necessario che i proprietari affittino con contratti annui o pluriennali che garantiscono la loro rendita e appunto la ripartenza di una città con una sua identità , senza snaturarla del tutto. Quest’anno anche molti studenti non stanno trovando affitto all’Aquila per la diminuzione dell’offerta con contratti annuali. Allo stesso tempo l’amministrazione e l’università non sono riuscite ad aprire nessuno “studentato” nonostante le molte proprietà in mano al Comune conseguenti l'”acquisto equivalente” del dopo terremoto e la costituzione del Consorzio (Università- Comune) Ferrante D’Aragona.

Molte proprietà in Centro storico sono rimaste sfitte e sarebbe opportuno applicare maggiori tasse a livello comunale per i proletari che lasciano le loro case vuote.

Negli anni scorsi la sindaca di Barcellona Anna Colau proibì l’utilizzo di air bnb ai proprietari nel centro della città per salvaguardare i residenti affittuari.

 

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