L’Aquila, due senza tetto con l’obbligo di quarantena lasciati in una tenda senza acqua corrente

Due cittadini , uno belga e l’altro gambiano, senza fissa dimora arrivati a L’Aquila dal Nord Italia si trovano con l’obbligo di quarantena domiciliare per quindici giorni, in una tenda a ridosso (ma fuori) della struttura sportiva di Centi Colella.

La protezione Civile l’ha messa a disposizione insieme a un generatore elettrico e ad un bagno chimico, ma i due restano senza acqua corrente, cioè a dire in condizione igieniche non adatte in un momento in cui l’igiene personale acquisisce una fondamentale importanza per il bene di tutti.

Sono stati portati lì dalla Polizia, la notte tra il 2 e il 3 aprile il cittadino belga e la notte scorsa quello gambiano.

Entrambi i cittadini sono stati ricoverati nei giorni scorsi in Ospedale. Non presentando sintomi l’azienda sanitaria li ha dimessi, ma i due non possono trovare accoglienza nei centri di ricovero per senza tetto in quanto per prassi – e per la salute di tutti –  devono restare in isolamento.

Il Comune sembra sostanzialmente disinteressarsi della faccenda, non attivando i servizi sociali e non concedendo nessuna abitazione temporanea alternativa ai due clochard.

Si stanno occupando di loro tramite un affidamento informale, a cui ha fatto da tramite la Questura, alcune associazioni di volontariato come Fraterna Tau e 180amici Onlus che pensano l’una ai pasti, l’altra alla salute mentale. Qualche pattuglia delle forza pubblica passa di tanto in tanto da lontano a vigilare.

“Se devono stare in quarantena ma non hanno domicilio deve essere il Dipartimento della Protezione Civile, tramite la Prefettura, a requisire uno o più immobili utili a tale scopo” aveva affermato martedì scorso a Radio-19 il Sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi che ha aggiunto di non voler destinare alcun appartamento a disposizione del Comune per risolvere la problematica, ritenendoli non idonei per la quarantena obbligatoria.

Resta il fatto che quest’Amministrazione, già al centro delle polemiche per i criteri di stanziamento dei fondi governativi per la solidarietà alimentare che discriminerebbero alcune fascie più deboli, non sta di fatto affrontando questa grave situazione, non concedendo loro una locazione più idonea.

Anche a livello sanitario non dovrebbe essere possibile lasciare due persone in isolamento senza acqua corrente e sarebbe il caso venissero chiamati in causa formalmente i servizi sociali del Comune. Se non per questa situazione quando?

Alessandro Tettamanti

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