Solidarietà alimentare, L’Aquila unico Comune in abruzzo a discriminare i giovani stranieri

In tutti i Capoluoghi di Provincia abruzzese, ad esclusione di quello capoluogo di Regione, i criteri per l’accesso ai buoni pasto stanziati grazie ai fondi del Governo per la solidarietà alimentare, comprendono sì la residenza nel Comune, ma non il Permesso di soggiorno a lungo durata. 

Il cosiddetto permesso a lunga durata è quello che si ottiene residendo per più di cinque anni in maniera continuativa nello stesso Comune.

Un gruppo di cinque associazioni ed avvocati del territorio aquilano aveva diffidato anche per questo motivo la giunta di destra del Sindaco Pierluigi Biondi che però non ha voluto cambiare in autotutela i criteri (qui l’attuale domanda qui l‘avviso) per la domanda dei 368mila Euro, tanto quanto gli è spettato complessivamente in quota parte del fondo di solidarietà alimentare.

In un documento ufficiale il Comune, tramite l’avvocato Domenico De Nardis, ha risposto così alla diffida delle associazioni:

“Quanto agli stranieri regolarmente soggiornanti per motivi differenti al turismo, che sono temporaneamente impossibilitati a provvedere autonomamente alle proprie esigenze allogiative e di sussistenza, è per essi possibile, salvo ulteriori opzioni, accedere ai servizi, di cui all’Art 40 del Testo Unico dell’Immigrazione, come pure affidarsi alle attività assistenziali dello Stato di cittadinanza, ove previste”.

L’Amministrazione continua volutamente a far confusione – come del resto in un precedente comunicato politico del centro destra – inducendo a pensare che tutti i giovani stranieri in possesso di un permesso di soggiorno inferiore a cinque anni – quindi con un permesso di 2 o 5 anni – combacino con giovani inseriti nei Progetti Sprar o nei Cas.

Nessuno ovviamente vuol dare i buoni spesa a chi è già assistito con fondi pubblici. 

Quello che la Giunta Biondi ignora è che molti di questi giovani sono usciti dai suddetti progetti e rimasti sul nostro territorio senza poter più beneficiare di alcuna “attività assistenziale”  in qualche modo legata alla loro “cittadinanza” (come si vorrebbe indicare citando l’articolo 40 del T.U. sull’immigrazione).

Anzi, ovviamente, questi giovani cittadini stranieri con permesso di soggiorno inferiore a cinque anni rimasti all’Aquila, dove hanno preso la residenza, pagano affitti a proprietari aquilani, lavoravano-  per lo più con contratti a chiamata (come tanti loro coetanei  aquilani) – per datori di lavoro aquilani e consumano, per quello che possono, sul nostro territorio dove insieme viviamo e siamo un’unica cittadinanza. 

Allora qual’è la ratio dei criteri stabiliti dall’Amministrazione (e della risposta dell’avvocato)? Chi scrive non sa dare una risposta se non quella della strumentalizzazione politica contro gli stranieri.

Il nostro Comune vuole caratterizzarsi, in quanto Amministrazione guidata dal partito di Fratelli d’Italia (lo stesso della Regione ) , come comune del “prima gli italiani”.

Ma più che contro gli immigrati, i criteri sembrano essere contro i giovani. Avere un permesso di soggiorno a lunga durata presuppone avere anche una certa età, così come gli altri criteri nella domanda non sembrano andare incontro a chi, giovane di qualsiasi etnia – che magari lavorava a chiamata in un pub – voglia legittimamente usufruire dei buoni spesa. Si dirà, ma ha la propria famiglia che può aiutarlo e infatti grazie a questa spesso riuscirà a sopravvivere, senza però riuscire mai a diventare dalla stessa autonomo e senza che le istituzioni locali lo considerino come un adulto e sostengano la sua autonomia anche in uno stato di necessità come quello creato dalla pandemia.

I giovani migranti stabilitasi a L’aquila una famiglia che li aiuti non ce l’hanno, anzi spesso sono qui per aiutare la loro famiglia lontana. E niente forse se la caveranno lo stesso grazie alla solidarietà informale, forse non pagheranno più l’affitto davvero, come dice Bello figo, ma di certo non potranno andar via adesso che c’è il Lock down. Lo faranno probabilmente subito dopo, avendo meglio capito dove avevano scelto di abitare. La stessa cosa che alla loro età, in provincia al Sud, abbiamo pensato un po’ tutti e che fa in modo che la meglio gioventù – non importa di quale etnia – se ne vada da questa città, emigri. E questo no, non fa bene alla nostra comunità.  

Ultima cosa.  Il comunicato del centro-destra scritto qualche giorno fa in risposta alle associazioni, recitava:

“Le persone che fanno proclami di questo genere omettono volutamente di dire ai cittadini aquilani che esistono già, o sono stati già deliberati, una serie di altri servizi come la rete territoriale con le associazioni, la solidarietà alimentare, la misura per l’acquisto di beni di prima necessità, oppure servizi attivi da anni come lo Sprar, le case famiglia, i C.a.s. e altri servizi, tutti sostenuti con fondi statali”.

In questa risposta c’è ingenuamente tutto il razzismo di cui purtroppo è intrisa quest’amministrazione. Al di là di Sprar e Cas su cui abbiamo già chiarito, il ragionamento che candidamente il centro destra locale fa è il seguente: per gli aquilani ci sono i buoni spesa dai fondi del Governo per “la solidarietà alimentare”, invece, per chi sta qui magari da tre anni, si spaccava la schiena come possibile (magari alzandosi presto la mattina per andare al mercato di Piazza d’Armi) ma ha perso il lavoro, mbè… per loro c’è la distribuzione di pasti per le indigenze, normalmente svolta da associazioni di volontariato come la Caritas o Celestino. 

Ne si deduce che la dignità quindi sia valutata diversamente a seconda della provenienza geografica. Molti giovani migranti con un permesso di soggiorno inferiore o uguale a cinque anni e usciti da Progetti Sprar o Cas, non versavano in condizioni di indigenza tali da ricorrere all’assistenza rivolta alle indigenze. Erano precari, ma autonomi. Sul nostro territorio, come in molti altri, si costruiscono percorsi di autonomia importanti, grazie all’impegno di associazioni e progetti molto seri come quello sportivo e sociale dello United L’Aquila. Era lecito pensare che l’Amministrazione lo conoscesse, come ha il dovere di conoscere la dimensione sociale del suo territorio.

Se si vuole giustamente aumentare anche le derrate per le indigenze, come si sta necessariamente facendo, bene, ma che il tutto sia per tutti gli aventi bisogno con diritti uguali per tutti. Non si può separare, gli stranieri da una parte e gli aquilani dall’altra, come incredibilmente ammesso nel comunicato del centro destra.

Si osservi la differenza con l’Avviso Pubblico del Comune di Pescara, dove pur governa in Centro-destra ma a conduzione Forza Italia e dove sono arrivati 675mila euro per la solidarietà alimentare. Lo si metta a confronto con quello aquilano. Si nota una certa differenza nella complessità della domanda di richiesta, nella definizione dei beneficiari e nei ampi criteri sociali generali presi in considerazione dal Comune adriatico. La città di Pescara, nel dare gli aiuti durante il lock down di una pandemia  globale, non si è sognata di discriminare un cittadino in base al fatto di trovarsi da almeno cinque anni residente in città (il permesso di soggiorno di lunga durata ).

Il Comune aquilano invece lo ha messo nero su bianco.

Ci saranno ricorsi nei confronti dell’Avviso emesso dal Comune di L’Aquila che non è voluto tornare indietro dopo la diffida. Mentre a Pescara la distribuzione dei buoni pasto per tutti è iniziata oggi (e leggete qui la delibera)  a L’Aquila, dove ancora non si passa all’atto pratico, probabilmente a causa dei criteri scelti ideologicamente dall’Amministrazione e dei conseguenti ricorsi, la distribuzione degli aiuti andrà ancora molto per le lunghe.

E’ possibile infine che accada la cosa più insensata possa succedere: che a causa di quei criteri discriminatori e restringenti, una parte di fondi resterà non spesa nelle casse comunali.

 

Alessandro Tettamanti

Un pensiero riguardo “Solidarietà alimentare, L’Aquila unico Comune in abruzzo a discriminare i giovani stranieri

  • aprile 10, 2020 in 11:20 pm
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    All’Aquila pensano prima agli Aquilani. Di che vi stupite!

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