L’Aquila, voci dalle quarantene nell’attesa infinita di un tampone. Tracciamenti ASL in ritardo

Sono ormai tanti i casi di infezione da Covid-19 che si registrano in città. I numeri ufficiali degli ultimi quattro giorni parlano di 34 casi martedì, poi 25 mercoledì fino ai 27 casi di ieri. Ma questi sono solo i numeri dei tamponi positivi. In realtà il virus sta circolando di più, sopratutto tra i giovani, a quanto pare con sintomi relativamente lievi.

Tra i tamponi positivi per esempio, a causa dei ritardi, non ci sono queste due voci che abbiamo raccolto di due ragazzi aquilani rispettivamente di 34 e 20 anni che ci raccontano le loro storie da casa loro dove si trovano in isolamento con sintomi riconducibili al Covid-19. E se i tamponi sono in ritardo, lo è parallelamente e preoccupantemente il tracciamento da parte dell’azienda sanitaria.

Ascoltiamo il tutto nelle testimonianze dei ragazzi di cui abbiamo alterato le voci per garantire al meglio l’anonimato

M. ,lo chiameremo così, ha 34 anni, ha avuto un contatto diretto con Covid positivo mercoledì 7 ottobre in un locale dell’Aquila che poco dopo ha chiuso per avere un dipendente positivo. “Anche altri due avventori che si trovavano lì quella sera sono poi risultati positivi” racconta S. “Probabilmente avevano preso il virus in una festa (uno dei cluster ndr) che c’era stata in un altro locale aquilano, poi chiuso, la domenica precedente”.

“La febbre e i malori sono iniziati domenica scorsa, 3-4 giorni dopo il contatto, con febbre alta, dolori di ossa e muscoli e ora non sento più né i gusti né gli odori. Ho chiamato subito il mio medico di base che, messosi in contatto con la Asl,  mi ha fatto sapere che sarebbero venuti a casa a farmi il tampone”.

Nessuno però si è fatto ancora vivo.

 “Sono cinque giorni che provo a chiamare la Asl e nn mi risponde – continua M. –  Ieri non mi hanno risposto nonostante abbia chiamato per un’ora e mezza, ho fatto un video su questo. Ora per fortuna la febbre si è abbassata ma non sento né sapori né odori”.

“Oggi – prosegue – tramite un mio amico che è riuscito non so come a chiamarli, sono venuto a sapere che dovrebbero finalmente passare con le unità USCA, ma ancora non mi chiamano, quindi no so se verranno effettivamente”.

“Per quanto riguarda i contatti che ho avuto tra mercoledì e domenica, la Asl non ha fatto ancora nessun tracciamento non sapendo ancora se sono positivo, visto che attendo il tampone”.

“Sto da solo a casa, isolato. Per fortuna non ho tosse e la respirazione va bene”.

P. 20anni è a casa da circa una settimana, da quando ha saputo che ha avuto un contatto diretto con un Covid positivo.

“ Ho avuto un contatto diretto con un positivo due settimane fa, ma ho saputo della sua positività una settimana fa, sabato scorso. Il giorno dopo sono stato contattato dalla ASL e messo sotto osservazione, ma in una settimana sono riuscito a sentirli solo oggi per sentirmi dire che per il tampone se ne parla la settimana prossima perché la fila è lunga”.

“Intanto i miei contatti non hanno l’obbligo di quarantena e non sanno se possono essere stato contagiati, tra l’altro io vivo ancora con i miei. Io sto abbastanza bene, ho un po’ di raffreddore, mal di gola e naso chiuso , mai avuto febbre. Potrebbe essere covid ma anche un colpo di freddo. Per questo ho bisogno del tampone perché oltre a me sono bloccati quelli dietro, non sanno se possono essere a loro volta contagiosi”.

“Il tampone ancora non me lo dicono precisamente quando potrò farlo e non penso di poterlo fare privatamente . Qualsiasi centralino che chiamo risponde sempre la stessa persona, Dante Labs o Asl, quindi sono la stessa cosa credo e non c’è altro modo per farlo”.

“Questa mattina ho anche litigato col medico di famiglia perché sembra impotente e non sa che dirmi quando io sono qui ormai da troppo tempo senza sapere che fare”.

Alessandro Tettamanti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *