Bambino travolto e ucciso da auto nell’asilo Primo Maggio, Giannangeli porta il caso in Consiglio

Era una soleggiata giornata di maggio quando all’Aquila un auto senza nessuno alla guida si è sfrenata in discesa sfondando il reticolato che perimetrava quella parte dell’Asilo Primo maggio dove in quel momento i bambini stavano  giocando. Un bimbo di appena quattro anni, il piccolo Tommaso, è morto così, in questo modo indicibile, mentre era dentro un asilo pubblico, investito da un auto.

Dopo un primo momento di smarrimento in cui si è avvertito l’evento prevalentemente nella sua parte di enorme tragicità da parte dell’opinione pubblica , sono giustamente scattate le indagini volte a ricercare responsabilità sull’accaduto che stanno ovviamente coinvolgendo più profili oltre quello della donna proprietaria dell’auto che si è sfrenata in discesa.

Tra gli indagati ci sono la dirigente scolastica Monia Lai, il responsabile del servizio di prevenzione e Protezione dello stesso istituto comprensivo, l’ingegnere Bruno Martini e il datore di lavoro, Lucio Luzzetti. Ai tre si aggiungono altri due dirigenti comunali nella veste di Rup e dirigente del Settore opere pubbliche nel periodo preso in esame dall’accusa, al momento non noti.

Nel mirino l’omessa valutazione dei rischi all’interno del plesso scolastico e sulla recinzione metallica non adatta a proteggere i bambini da un eventuale incidente. In particolare la dirigente non avrebbe esaminato con attenzione il documento sui rischi, compreso quello di un possibile investimento benché al corrente dell’utilizzo del parcheggio e il transito più in generale dei mezzi. Analoga contestazione a Martini mentre a Luzzetti (datore di lavoro dell’asilo nido di proprietà comunale) l’accusa rimprovera il non aver provveduto a installare adeguata segnaletica.

Il caso è ora approdato anche in Consiglio comunale dove la consigliera d’opposizione capogruppo dell’Aquila coraggiosa, Simona Giannangeli, ha portato un’interpellanza al fine di chiarire lo stato dell’arte della scuola prima dell’incidente e chiedere chiarimenti per quanto riguarda gli interventi che l’Amministrazione aveva disposto per l’edifico.

Le delucidazioni richieste sono state riassunte dalla Consigliera in otto punti:

1) Chiarimento sullo stato complessivo dei luoghi e delle pertinenze poste all’esterno dell’edificio scolastico in questione, alla data del 18 maggio 2022;

2) sull’esistenza di protezioni adeguate in detta area, con specifico riferimento all’area giochi;

3) sulle ragioni dell’apposizione della recinzione, al fine di comprendere quali funzioni effettivamente dovesse assolvere;

4) sul momento in cui detta recinzione è stata posta;

5) su quale ufficio comunale ha stabilito che detta recinzione andava posta e, quindi, con quali atti conseguenti è stata autorizzata;

6) sull’effettiva garanzia di protezione che una recinzione simile potesse assicurare alle bimbe ed ai bimbi, nonché alle insegnanti nell’area giochi;

7) sulle ragioni dell’annunciato abbattimento;

8) su quando e con quali atti è stato stabilito e deliberato l’abbattimento.

Alle questioni poste ha risposto l’Assessore alle opere pubbliche Vito Colonna, il quale ha glissato i primi sei punti, sostenendo di non poter fare alcuna dichiarazione in merito dato che sono in corso le indagini su quanto accaduto il 18 maggio nel luogo di pertinenza dell’edificio scolastico in questione e che spetterà alle autorità competenti pronunciarsi.

Per quanto riguarda invece gli ultimi due punti, che riguardano gli interventi stabiliti dall’amministrazione, l’Assessore ha ripercorso il percorso del progetto “Futura-La scuola per l’Italia di domani” per il quale il Ministero dell’Istruzione nell’anno 2021 aveva pubblicato un avviso pubblico per la presentazione di proposte per la messa in sicurezza e/o realizzazione di strutture da destinare ad asili nido e scuole per l’infanzia. Il Comune dell’Aquila partecipava al bando e, nel mese di ottobre 2022, il Ministero dell’Istruzione comunicava al predetto Ente di essere stato ammesso al finanziamento per un importo di € 3.017.286,93.

L’Assessore Colonna ha aggiunto, infine, che il progetto di abbattimento e ricostruzione risponde alla necessità di messa in sicurezza dell’edificio in quanto nel novembre 2020, il Comune dell’Aquila aveva acquisito i risultati delle verifiche di vulnerabilità delle scuole e, tra queste, figurava anche la scuola I maggio con un indice di sicurezza pari a 0,23, ben al di sotto del valore 1,00 che dovrebbe avere una struttura per resistere al sisma in base alle vigenti norme tecniche.
In base alla risposta dell’assessore  Colonna, scrive Giannangeli  “si evince che il Comune era a conoscenza dal novembre 2020 che la scuola I Maggio era una scuola non sicura, o che comunque non rispettava i paramenti dell’indice di vulnerabilità, ma nonostante ciò la struttura ha continuato a funzionare e ad accogliere bambine e bambini, personale docente e non docente”, qualcosa di molto grave che potrebbe valere anche per altre scuole e la loro sicurezza.
“Riguardo la mancata risposta sui primi sei punti” ha risposto Giannangeli direttamente all’Assessore in Consiglio Comunale   “viene omesso un elemento imprescindibile, infatti l’Assessore non potrebbe rispondere nel caso in cui ci fossero dei documenti che, al fine dell’efficacia dell’indagine, sono stati secretati, ma se ciò è successo noi non abbiamo contezza. Se ciò non è accaduto non c’è alcun motivo per decidere di non rispondere. Chiederò dunque si sapere se esistono questi documenti o meno”.
La sensazione è che siamo solo agli inizi di una battaglia per chiedere verità e giustizia che si svolgerà tra le aule giudiziarie e quella consiliare con l’iniziativa di Giannangeli che nella vita di tutti i giorni è avvocata. Qualcosa di assolutamente necessario anche affinché una cosa del genere non si ripeta più, né all’Aquila né altrove ovviamente. Lasciare un bambino sotto la custodia dell’Ente pubblico per poi essere investito e ucciso dentro l’area dov’è custodito, da un auto, costruisce qualcosa di troppo grave per la famiglia del bimbo e per la comunità tutta per non essere indagato in maniera accurata sotto il punto di vista delle responsabilità giuridiche e politiche. Pensare che poi qualcuno ha avuto il coraggio di dare un premio al Comune dell’Aquila per le “scuole sicure”, che l’Amministrazione ha accettato, è davvero qualcosa di inaccettabile. Giannangeli ne ha contestualmente chiesto il ritiro.

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